Il Decreto Semplificazioni con le modifiche introdotte in sede di conversione al Senato tradisce le aspettative dei centri di revisione privati. In particolare, si attribuisce alla figura dell’ispettore l’intera gestione degli accertamenti tecnici, imprimendo uno strappo normativo incoerente e irragionevole rispetto all’attuale impianto.

Una ricetta maldestra ed estemporanea che non risolve i gravi problemi prodotti dall’inefficienza della Motorizzazione civile e che rischia di scardinare il sistema delle revisioni. Un sistema retto su una virtuosa relazione tra pubblico e privato, grazie ai 9mila centri di controllo privati diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale, in grado di garantire ogni anno, con tempestività e professionalità, le operazioni di revisione su oltre 15 milioni di veicoli.

Come se non bastasse, tra le novità introdotte figura anche l’ulteriore proroga dei termini per lo svolgimento delle revisioni in scadenza al 30 settembre e al 31 dicembre 2020, con evidenti pericoli per la sicurezza stradale.

CNA lancia l’appello alle istituzioni per l’apertura immediata di un tavolo, che ponga al centro del confronto le vere priorità del settore: ampliamento del novero delle attribuzioni delle imprese ai collaudi e alla revisione dei mezzi pesanti e aggiornamento delle tariffe ferme al 2007.