“Il rischio del PNRR è di mandare fuori giri appalti pubblici e costi degli interventi. Con tanti soldi negli ingranaggi della PA. Vale anche per la digitalizzazione. I Comuni, attraverso voucher, hanno avuto possibilità di incamerare negli ultimi mesi cifre importanti, probabilmente eccessive. Molte risorse. Che cambiano le intere filiere di approvvigionamento dei servizi. Basti pensare ai siti internet.
È il primo punto, per migliorare servizi ai cittadini e poi innestare il cloud. L’assegnazione dei fondi è basata sui voucher, ai Comuni che presentano la richiesta vengono distribuiti i soldi a seconda del numero di abitanti, senza altri criteri, e con una base di partenza molto generosa rispetto ai prezzi di mercato per quanto riguarda il rifacimento di un sito.
I Comuni con meno di cinquemila abitanti ricevono 28.902 euro soltanto per rifare il sito internet e 12.755 euro per ogni servizio richiesto, per un massimo di quattro servizi. Ai Comuni tra cinquemila e ventimila abitanti vanno 51.654 euro per il sito e 25.895 per ogni servizio, e così via fino alle città di oltre 250mila abitanti a cui vengono concessi 500.243 euro per il sito internet e 77.684 per ogni servizio.
Una città può quindi ricevere fino a poco più di 800mila euro soltanto per il rifacimento del sito e l’implementazione di quattro servizi. E ci sono Comuni che il sito lo avevano rifatto un anno fa, o poco più, con fondi propri di bilancio, spendendo da un terzo a un quinto della cifra che tornano nuovamente a ricevere grazie al PNRR. Qualcosa non funziona. Le cifre sono altissime e minano il mercato, che potrebbe entrare in una logica anche speculativa. Da monitorare da parte dei Ministeri e Dipartimenti competenti. Di fronte a certe cifre, restiamo perplessi”.
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.