In occasione della tappa matesina della Goletta dei Laghi, Legambiente ha colto l’opportunità per ribadire l’urgenza di completare l’iter istitutivo del Parco nazionale del Matese al momento bloccato dallo scaricabarile tra il Ministro Costa e le Regioni Molise e Campania.

“Diciamo basta a questo inutile rimbalzo di responsabilità tra le istituzioni – ha dichiarato Francesca Ferro Direttrice di Legambiente Campania – a cui assistiamo dal giorno stesso in cui è stata varata nella scorsa legislatura la legge 205/2017 che ha previsto il Parco nazionale atteso da oltre trent’anni e su cui la nostra associazione si è spesa incessantemente per tutto questo tempo perché siamo sempre stati convinti che il parco nazionale rappresenta la risposta giusta per un territorio a forte vocazione agro-silvo-pastorale e turistica ma che non ha saputo cogliere tutte le opportunità perché  l’intero Massiccio del Matese non è gestito in maniera unitaria e coerente per il valore che contiene nell’intrigante mosaico di biodiversità presente sugli Appennini.”

 

Già da settembre del 2019 l’ISPRA, su mandato della Direzione protezione della natura del Ministero dell’Ambiente, ha prodotto una proposta di perimetrazione su cui tutti i soggetti interessati (regioni, comuni, imprese, associazioni e cittadini) hanno discusso e fatte le opportune osservazioni nel corso di una serie di incontri pubblici e in successive audizioni da parte delle Regioni Molise e Campania.

“Su nessuna scelta importante come l’istituzione del Parco nazionale del Matese c’è mai stato un dibattito nato dalla politica e un successivo coinvolgimento di tutte le realtà interessate – aggiunge Giorgio Arcolesse, Vicepresidente di Legambiente Molise. Nonostante ciò, in occasione della presentazione della perimetrazione da parte della Giunta Regionale, la società civile e le associazioni ambientaliste hanno alimentato il dibattito in maniera costruttiva. Questo anche grazie a Legambiente che è stata capace di fare massa critica e di organizzare il dibattito sul Parco grazie a iniziative pubbliche, in primo luogo, gli Stati generali del Matese, del 2014. Questo ha permesso la più ampia partecipazione di cui certo non ci lamentiamo, ma ora chiediamo che si ponga fine al rimpallo di responsabilità e che il Ministero dell’Ambiente, dopo aver ascoltato tutte le parti in causa, proceda con la scelta definitiva circa il perimetro del parco, che la legge gli assegna di attuare.”

 

Sulla perimetrazione del Parco nazionale del Matese le posizioni e le richieste sono oramai abbastanza chiare. A partire da quelle espresse da alcune parti (cacciatori, parte delle rappresentanze agricole e alcuni politici) che dietro motivazioni inconsistenti stanno creando confusione per ritardare la nascita del Parco nazionale solo per continuare ad avere mano libera nell’utilizzo di un territorio che, sebbene sia già interessato da norme di tutela attraverso il Parco regionale sul versante campano ed i siti della rete natura 2000 su entrambi i versanti, è poco vigilato e sorvegliato e dove il rispetto delle normative a tutela della natura è inconsistente. Se le posizioni e le motivazioni che esprimono gli antiparco sono le solite, e tutte nella direzione della deregulation per continuare a gestire il territorio con regole scritte e mai rispettate, sono evidentemente note e posizione della stragrande maggioranza di cittadini, amministratori e imprese che invece vogliono il Parco e chiedono regole chiare per operare e gestire il territorio matesino in maniera sostenibile.

Quest’ultimo fronte, in tutti questi anni, ha prodotto proposte concrete, approvato delibere comunali di adesione al Parco nazionale, organizzato assemblee pubbliche per convincere e informare cittadini e operatori economici, ed oggi attende che il Ministero ponga una parola finale sul perimetro che deve comprendere il corridoio di collegamento con il Parco nazionale d’Abruzzo, che tutta l’area sic/zps del versante molisano sia inserita nella proposta facendo attenzione a creare una adeguata zonizzazione per le aree industriali e le infrastrutture presenti, che sul versante campano, oltre a ricomprendere il territorio dell’attuale parco regionale, si inserisca anche la parte beneventana di Guardia Sanframondi e di Monte Pugliano e si dia riscontro positivo alle richieste di adesione avanzate  da altri comuni non compresi nel vecchio parco regionale.

 

“Chiediamo al Ministro Costa di portare la sua proposta di perimetrazione, zonazione e le misure provvisorie di salvaguardia alla discussione presso la Conferenza unificata Stato- città enti locali che rappresenta la sede tecnica e politica dove diradare le nebbie e le ambiguità politiche, e dove risolvere le questioni tecniche e di merito eventualmente proposte dalle parti interessate” ha dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente durante la tappa di Goletta dei Laghi sul Matese.

 

“Il Matese – prosegue Nicoletti – continua a perdere opportunità perché non è ancora Parco nazionale e anche quest’anno non può partecipare al bando Parchi per il Clima del Ministero dell’Ambiente che stanzia 100milioni di euro, destinando tra i 3,5 ed i 5,5 milioni di euro per ogni Parco nazionale – conclude il Responsabile Aree Protette Legambiente – “Chiediamo al Ministro Costa di portare la sua proposta di perimetrazione, zonazione e le misure provvisorie di salvaguardia alla discussione presso la Conferenza unificata Stato- città enti locali che rappresenta la sede tecnica e politica dove diradare le nebbie e le ambiguità politiche, e dove risolvere le questioni tecniche e di merito eventualmente proposte dalle parti interessate. L’Italia Paese Parco si costruire pezzo dopo pezzo, non solo per tenere fede a uno slogan, ma per rendere più forti i nostri ecosistemi e rispondere alla esigenza di tutelare gli ambienti naturali e le persone attraverso un approccio One Health che garantisce benessere e prosperità alle persone.”