Anche quest’anno, nonostante l’emergenza coronavirus, le spiagge sono state le mete più ambite dai turisti. Questo perché – da sempre – sono per definizione il luogo dedicato al relax e al benessere e se consideriamo che il nostro Paese vanta quasi 8.000 chilometri di coste (tra la penisola, le due isole maggiori e le oltre 800 isole minori), capiamo anche perché l’Italia è – e rimane – una destinazione turistica tra le più gettonate al mondo e quindi un patrimonio naturalistico da tutelare e preservare a tutti i costi.

Per questo motivo in questi ultimi anni gli stabilimenti balneari – che si stima occupino oltre il 50% delle coste sabbiose italiane – stanno sempre più orientando il proprio operato verso la sostenibilità ambientale, riconoscendo la tutela dell’ambiente quale elemento fondamentale per il loro futuro imprenditoriale. Oltre a questo, ci sono un interesse e una sensibilità sempre maggiori verso l’accessibilità delle strutture, non più considerata solo come aspetto sanitario od obbligo legislativo, ma come valore aggiunto per garantire a tutti i clienti una vacanza di qualità.

UNI e Legambiente hanno quindi sentito l’esigenza di offrire uno strumento utile che fosse di reale supporto agli operatori del settore turistico-balneare e hanno pubblicato la Prassi di riferimento UNI/PdR 92:2020 che fornisce linee guida al miglioramento delle attività delle imprese di balneazione, indicando adeguati parametri di sostenibilità ambientale, accessibilità, qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente per le strutture e i servizi messi a disposizione degli ospiti.

Il documento è stato elaborato partendo da pratiche, regole e linee guida attuate dagli operatori del settore balneare, da associazioni ambientaliste e da esperti nell’ambito dell’accessibilità applicata al mondo del turismo e si rivolge a tutti gli imprenditori del settore interessati a qualificare il proprio operato al fine di migliorare il servizio e porsi all’avanguardia nel mercato turistico.

In particolare, per quanto riguarda l’accessibilità il documento si rifà ai principi della progettazione universale così come stabilita dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ovvero la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate.

Le indicazioni fornite consentono di strutturare al meglio i servizi di uno stabilimento balneare in funzione delle peculiarità del luogo, delle dimensioni della spiaggia e delle caratteristiche degli impianti e delle opere.

La prassi di riferimento descrive e classifica le caratteristiche ed i servizi offerti dallo stabilimento balneare, distinguendo quelli che sono i servizi principali (servizio di accoglienza e servizio spiaggia) e i servizi accessori (come ad esempio il servizio ristoro, il parcheggio, i servizi ludico-ricreativi, l’area calma, ecc.) ed inquadrando tali servizi secondo gli obiettivi di: Sostenibilità ambientale per ridurre l’impatto negativo sull’ambiente naturale e per la tutela del paesaggio; Accessibilità per garantire a tutti i clienti il godimento di spazi, servizi e strutture; Qualità per la soddisfazione del cliente; Sicurezza per i clienti e il personale impiegato.

Il documento definisce inoltre le politiche relative alle risorse umane (il personale dello stabilimento balneare che deve essere in numero sufficiente e avere la qualifica necessaria per garantire la funzionalità e l’efficienza dello stabilimento e di tutti i servizi offerti) e alle risorse materiali (ossia le strutture, gli spazi di lavoro, le apparecchiature, i servizi di supporto per poter svolgere correttamente ed efficacemente le attività dell’azienda).

La UNI/PdR 92:2020 si concentra anche sull’Organizzazione e la Gestione degli stabilimenti analizzando la politica dell’imprenditore balneare, la gestione dei servizi, la pulizia/manutenzione e gli approvvigionamenti, sulla Formazione del personale, sulla Misurazione, analisi e miglioramento (e cioè le azioni che l’imprenditore balneare deve attuare per dimostrare la conformità dei servizi offerti agli obiettivi fondamentali).

“L’idea per questa prassi viene da un progetto realizzato da Legambiente e Village 4 All, ‘Ecospiagge per tutti’, che ha rappresentato un primo step per affrontare i temi della sostenibilità e dell’accessibilità con gli imprenditori balneari – spiega Paola Fagioli, della Segreteria Settore Turismo di Legambiente e Project Leader della prassi – Abbiamo trovato interlocutori attenti e sensibili a cui abbiamo chiesto di essere parte del tavolo di lavoro della prassi: Unionmare Veneto, SIB-Confcommercio Toscana, FIBA Confesercenti Campania. Il lavoro fatto insieme è una vera e propria guida verso un turismo inclusivo, attento all’ambiente e con lo sguardo rivolto al futuro. Speriamo che strumenti come questo possano aiutare a superare gli sterili confronti sulle normative europee e gettare le basi per una riflessione concreta sul riordino del sistema balneare italiano”.

“Lo sviluppo sostenibile è un obiettivo ed un impegno sempre più inderogabile” – dichiara il presidente UNI Piero Torretta. “L’accessibilità agli spazi, la sicurezza d’uso, l’attenzione alla salute e alla sicurezza delle persone, la competenza e la professionalità degli addetti, la qualità dei servizi, sono elementi fondamentali per il perseguimento dell’obiettivo nell’interesse di tutti. A questi principi si riferisce la Normazione quando affronta i temi del rapporto delle persone nel lavoro e nel tempo libero”.

“Nel nostro Paese – prosegue Torretta – gli stabilimenti balneari non sono solo una attività centrale del sistema turistico, ma un importante luogo di lavoro e un momento di svago e divertimento. Definire gli standard delle prestazioni del turismo balneare in modo sostenibile per l’ambiente e la sicurezza dei servizi, è importante sia per il miglioramento delle attività delle imprese, sia per la qualità dei servizi delle persone utenti. Questo è il ruolo della Normazione nella funzione istituzionale che la Legge gli assegna”.

“Dalla nostra collaborazione con UNI è scaturito uno strumento prezioso per tutti gli operatori del settore che guardano al futuro sostenibile del turismo-balneare e dei nostri litorali – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – un futuro che non può prescindere dalla riduzione dell’impatto ambientale delle strutture, che devono al contempo garantire servizi all’avanguardia, di qualità e, mai come in questo momento, una piena accessibilità in sicurezza. Il tutto nel massimo rispetto del contesto naturale e paesaggistico nel quale vanno a inserirsi, in territori per anni compromessi da un tipo di turismo che non ha tenuto conto delle peculiarità di questi luoghi, soggetti al fenomeno del marine litter e dell’erosione costiera, strettamente correlata all’emergenza del cambiamento climatico. La gestione degli stabilimenti, del resto, – conclude Ciafani – appare come un comparto decisivo nel miglioramento dello stato di salute delle nostre coste, e la prassi UNI-Legambiente va nella direzione auspicata in termini d’innovazione sostenibile, in linea con le tendenze di un mercato che punta sempre più su un’offerta green e qualificata”.

Al tavolo dei lavori hanno partecipato diverse realtà del settore balneare, in particolare Unionmare Veneto, SIB-Confcommercio Toscana, FIBA Confesercenti Campania e Village 4 All.

La Prassi di riferimento può essere scaricata liberamente dal sito UNI all’indirizzo