Il balzo dei prezzi della benzina (+11,5%) e del diesel (+12,3%) in sette giorni è una notizia preoccupante per famiglie e aziende già alle prese con gli effetti sull’economia dell’emergenza Covid. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), su dati del Ministero dello Sviluppo economico sulla seconda settimana di febbraio in riferimento alla nuova fiammata del virus con i contagi in risalita, favoriti dalle varianti più aggressive, mentre si moltiplicano le zone rosse per circoscrivere i principali focolai evitando un lockdown generalizzato.

 

Con l’Italia che è nella top ten europea e mondiale per il costo più alto di benzina e diesel, la spesa per i carburanti segue sempre in maniera rapidissima l’aumento del prezzo mondiale del petrolio mentre – sottolinea Uecoop – non altrettanto velocemente retrocede quando le quotazioni dell’oro nero scendono. Una situazione che – continua Uecoop – ha pesanti ripercussioni sui bilanci di imprese e famiglie e rappresenta un freno alle possibilità di rilancio del Paese già alle prese con il crollo del Pil, i problemi sull’occupazione e la brusca frenata delle esportazioni in tutti i settori ad eccezione di agroalimentare e farmaci.

 

I prezzi del pieno al dettaglio da nord a sud della Penisola possono variare – evidenzia Uecoop – a seconda che si vada in una pompa servita o self service, che ci si trovi dentro la rete autostradale oppure che si faccia rifornimento in una cosiddetta pompa bianca, ossia fuori dalla rete delle grandi aziende petrolifere. Più di 6 imprese su 10 (65%) sono convinte che bisognerà aspettare almeno la seconda metà del 2021per una ripresa dell’economia italiana mentre una quota minoritaria (14%) pensa che il Paese potrebbe ripartire già entro il primo semestre secondo l’indagine di Uecoop su un campione di aziende da nord a sud dell’Italia.