Positivo il dato sugli ordini esteri dell’industria che cresce su base tendenziale del +2,8%. Cala in misura limitata la domanda interna (-0,9%), che si attesta su una media annua del -8,9%.

L’indice manifatturiero di Unioncamere Lombardia continua a crescere rispetto al trimestre precedente (+2,7%) e si riduce la contrazione tendenziale (-2,6%). Complessivamente la perdita produttiva media del 2020 si attesta al -9,8%. Si confermano maggiori difficoltà per il comparto artigiano e sistema moda.

“Nel quarto trimestre la produzione del settore manifatturiero lombardo recupera ancora” – dichiara il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. “L’incremento dell’indice della produzione è +2,7% rispetto allo scorso trimestre per l’industria e +0,2% per l’artigianato. Questa crescita congiunturale interessa sia la domanda interna che quella estera e anche il fatturato si allinea alle altre variabili: l’aumento rispetto al trimestre precedente è del +4,3% per le aziende industriali e del +0,8% per le artigiane. Complessivamente il 2020 si chiude con una perdita produttiva media annua del -9,8%, risultato migliore delle previsioni di inizio pandemia. Migliorano anche le aspettative degli imprenditori sia per la produzione che per la domanda, soprattutto estera.”

“L’impegno principale di Regione Lombardia è accompagnare gli imprenditori a raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati attraverso strumenti importanti che vanno dal welfare aziendale, al credito, all’internazionalizzazione, alla formazione, i giovani e alle star up. Servono strumenti che aiutino le filiere; bandi sul credito più semplici rilanciando anche il lavoro dei Confidi sul territorio e una formazione professionale che prepari per le professionalità che servono realmente perche’ questo aiuta ad avere occupazione. E’ evidente che tutto questo è strettamente legato alla capacità che avremo di vaccinare la popolazione, la Regione anche su questo importante aspetto è pronta con il piano che abbiamo predisposto, confidiamo nell’attivo  del più alto numero di dosi vaccinali – dichiara Guido Guidesi Assessore allo Sviluppo Economico Regione Lombardia.

Il 4° trimestre 2020 registra un nuovo incremento congiunturale della produzione industriale (variazione congiunturale destagionalizzata +2,7%) e un’ulteriore attenuazione della contrazione tendenziale (la variazione tendenziale è contenuta al 
-2,6%). In media d’anno l’industria lombarda ha perso il -9,8% della produzione.
Andamento meno dinamico per la produzione delle aziende artigiane manifatturiere: +0,2% la variazione congiunturale destagionalizzata e -4,9% la corrispondente variazione tendenziale. In questo caso la perdita media del 2020 è del -11,9%.

INDUSTRIA: L’indice della produzione industriale raggiunge quota 108,7 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100) avvicinandosi al livello di fine 2019 (111,6).

ARTIGIANATO: Per le aziende artigiane l’indice della produzione si ferma a quota 93,8 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), ancora lontano dal livello di riferimento dell’anno base.

LE DINAMICHE SETTORIALI
Rispetto allo stesso trimestre del 2019 nell’industria incrementano la produzione i Mezzi di trasporto (+6,3%), la Gomma-plastica (+0,6%) e i Minerali non metalliferi (+0,4%). La ripresa della domanda estera interessa la maggior parte dei settori e in particolare i Mezzi di trasporto (+21,5%), che registrano incrementi a due cifre anche per la domanda interna (+16,0%). Per il fatturato, guidano la ripresa settoriale proprio i mezzi di trasporto (+13,0%) con incrementi anche per Gomma-plastica (+2,6%) e Legno-mobilio (+1,8%). Rimangono in forte contrazione questo trimestre i settori del comparto moda e in particolare il Tessile con tutte le variabili con cali a due cifre: produzione -17,7%, fatturato -15,5%, ordini interni -13,6% e ordini esteri -14,2%. Appena più contenute le contrazioni dell’Abbigliamento: produzione -18,3%, fatturato -4,7%, ordini interni -17,5% e ordini esteri -13,0%. Infine il settore delle Pelli-calzature riesce a risalire in positivo per gli ordini esteri (+4,3%), ma continua a perdere per ordini interni (-9,5%) produzione (-10,9%), fatturato (-6,8%).

Complessivamente il 2020 chiude in negativo con perdite produttive per tutti i settori industriali. Il comparto moda conferma le forti contrazioni che vanno da -23,6% (variazione media annua) di Pelli-calzature al -22,3% per il Tessile e -18,2% per l’Abbigliamento. Più resilienti invece la Chimica (-5,6%) e l’Alimentare (-3,1%).
Il quadro settoriale dell’artigianato mostra in significativo recupero dei livelli produttivi solo la Gomma-plastica (+4,0% tendenziale) e la Siderurgia (+1,1%). Flessioni limitate si registrano per Minerali non metalliferi (-1,6%) e Legno-mobilio (-2,1%), mentre diminuzioni tendenziali comprese tra il -3% e il -8% caratterizzano l’Alimentare (-3,8%), la Carta-stampa (-4,0%), la Meccanica (-4,3%) e il Tessile (-7,6%). Ancora gravi le perdite per Pelli-calzature (-18,7%), Abbigliamento (-13,4%) e le Manifatturiere varie (-13,9%).
Complessivamente il 2020 chiude in negativo per tutti i settori artigiani con perdite produttive che sfiorano il 30% per Pelli-calzature (variazione media annua) e si fermano al -7,2% per gli Alimentari e al -6,7% per la Gomma-plastica.
Il dato medio generale del trimestre nasconde andamenti disomogenei non solo a livello settoriale ma anche tra le stesse imprese: le aziende industriali che segnalano una forte contrazione produttiva scendono al 42% (erano il 71% nel secondo trimestre, il dato peggiore dell’anno) mentre quelle che indicano incrementi di produzione superiori al 5% salgono al 32% (erano il 16% nel secondo trimestre). L’andamento per l’artigianato è simile, con la quota di aziende in forte contrazione al 46% e quelle in crescita al 31%.

FATTURATO E ORDINATIVI
Il fatturato a prezzi correnti per l’industria quasi azzera le perdite nel trimestre segnando un -0,6% tendenziale. Considerando l’intero 2020 la perdita di fatturato è pari al -8,2% (media annua). Per le imprese artigiane il fatturato soffre maggiormente segnando un -4,5% tendenziale e la perdita annua complessiva è del -11,6%.
Gli ordinativi dell’industria registrano su base tendenziale una svolta positiva dall’estero (+2,8%) e un calo limitato dall’interno (-0,9%). In media d’anno la domanda interna è calata del -8,9% e quella estera del -6,4%.
Per l’artigianato i risultati si differenziano maggiormente per i due mercati, con una maggior sofferenza per il mercato interno (-6,8%) e un risultato positivo per l’estero (+3,3%). Anche i dati medi annui sono distanti: -12,9% la domanda interna e -5,7% quella estera. La quota del fatturato estero sul totale rimane elevata per le imprese industriali (38,7%) ed è ancora poco rilevante per le imprese artigiane (7,3%).

ASPETTATIVE DOMANDA E PRODUZIONE
Le aspettative degli imprenditori sull’andamento della domanda continuano a migliorare, con quelle relative ai mercati esteri che raggiungono l’area positiva. Anche se le aspettative sulla domanda interna migliorano, presentano ancora una prevalenza di giudizi negativi: il saldo tra previsioni di crescita e calo è però ormai prossimo allo zero.
Migliorano nuovamente le aspettative sulla produzione industriale, dopo l’assestamento in area negativa dello scorso trimestre: il saldo conquista il segno positivo dopo un anno esatto.
Per l’artigianato le aspettative seguono una dinamica simile, ma in questo caso i saldi sono ancora negativi per tutte le variabili; inoltre si registra un leggero peggioramento per le aspettative sulla domanda interna.

OCCUPAZIONE
L’occupazione per l’industria presenta un saldo negativo contenuto (-0,3%) grazie all’irrigidimento generale del mercato del lavoro dovuto ai provvedimenti legati all’emergenza sanitaria, con il tasso d’uscita al 2,1% e il tasso di ingresso all’1,8%, entrambi in crescita rispetto al trimestre precedente. Diminuisce ancora il ricorso alla CIG: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione scende al 29% e la quota sul monte ore torna al 3,3%.

Saldo occupazionale negativo – ma in crescita – per l’artigianato (-0,3%), con tassi d’ingresso all’1,7% e uscita al 2,3%. Diminuisce il ricorso alla CIG con il 25% delle aziende che dichiara di aver utilizzato la cassa integrazione; la quota sul monte ore cala al 3,2%.
Le aspettative sull’occupazione raggiungono l’area positiva, ma in questo caso, la quota di imprenditori che non prevede variazioni di rilievo è pari al 79%. Il dato è fortemente influenzato dal blocco dei licenziamenti e dalla possibilità di ricorrere alla CIG, per cui l’impatto effettivo sui livelli occupazionali sta slittando in avanti.
Per l’artigianato le aspettative sull’occupazione migliorano ma il saldo resta negativo e, in questo caso, chi non si aspetta variazioni di rilievo è pari all’85%.

I dati presentati derivano dall’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere Lombardia relativa al quarto trimestre 2020 nell’ambito del progetto Focus Imprese che ha riguardato un campione di più di 2.600 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (più di 1.500 imprese) e artigiane (più di 1.100 imprese).