Un vociare indistinto si leva sulla piazza da un folto gruppo di giovani che iniziano a girare intorno a se stessi – sulle loro t-shirt s’intravedono pezzi di discorsi già sentiti, “La responsabilità dell’umanità nel riscaldamento globale è inequivocabile”, “Siamo determinati ad affrontare il cambiamento climatico”, “Dobbiamo invertire la rotta e farlo presto”. È un “bla bla bla” sempre più forte quello prodotto dai tanti ragazzi e ragazze sullo sfondo della Basilica di Santa Maria Maggiore, un brusio interrotto da un monito scandito chiaramente da dietro un megafono: “Ora basta, non c’è più tempo. Le chiacchiere stanno a zero!”. “Le emissioni ancora no”, fanno eco i manifestanti che srotolano uno striscione con il claim dell’iniziativa.

Scenario del flashmob, organizzato da Legambiente nell’ambito dello Youth Climate Meeting 2021, è Piazza dell’Esquilino a Roma, dove ieri pomeriggio in oltre 250 giovani attivisti si sono dati appuntamento per ribadire che la crisi climatica non consente ulteriori indugi. Sulle magliette dei partecipanti, le frasi pronunciate in tempi più o meno recenti dai principali leader mondiali sul tema: promesse non mantenute che non ammettono più scuse a poche settimane dalla Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (COP26).

“Nei mesi scorsi abbiamo sentito le parole di Joe Biden, di Ursula von der Leyen, di Emmanuel Macron, di Angela Merkel, del premier Mario Draghi sulla lotta alla crisi climatica. A poche settimane dalla Cop-26 di Glasgow, siamo molto preoccupati e pensiamo che le chiacchiere stiano a zero, mentre le emissioni ancora no. Servono atti concreti e un nuovo accordo. Quello di Parigi è storico, ma non più sufficiente a fermare l’emergenza climatica – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani,intervenuto alla manifestazione di ieri. “Il flashmob è un atto simbolico che serve però a ribadire la nostra stanchezza di fronte alle promesse vuote di politici e governi di tutto il mondo: siamo stanchi che la crisi climatica non venga presa sul serio e che i capi di Stato non abbiano ancora agito con la necessaria urgenza e concretezza che un fenomeno di tale portata richiede, come dimostra l’intensificarsi di eventi estremi quali alluvioni e ondate di calore, in tutti i continenti”.

Il flashmob di ieri è uno degli appuntamenti svoltisi nell’ambito dello Youth Climate Meeting 2021 di Legambiente, la terza assemblea nazionale che riunisce i giovani dell’associazione ambientalista, arrivati da tutta Italia nella Capitale: una tre giorni di workshop, discussioni e tavoli di lavoro tematici che si conclude oggi e che ha visto oltre 250 tra attivisti e ospiti a confronto sui temi della crisi climatica e sull’efficacia delle politiche nazionali e internazionali finora messe in atto per contrastarla.

Il meeting, organizzato da Legambiente nell’ambito del progetto Youth4Planet e incluso ufficialmente tra gli incontri preparatori della Pre-COP di Milano, è stato occasione per coordinare il lavoro e le iniziative nazionali e regionali dei giovani attivisti dell’associazione ambientalista in avvicinamento all’appuntamento meneghino di fine mese. Ma ha rappresentato anche un importante momento di formazione e di elaborazione collettiva, di voglia di ritorno a un attivismo fatto di socialità, dialogo e mobilitazione, nonché un’occasione per creare percorsi condivisi con gli altri movimenti ambientalisti.

Per accompagnare la conferenza preparatoria alla Cop-26 di Glasgow, infatti, è nata Climate Open Platform, piattaforma che mette in rete realtà e individui in risposta agli imminenti vertici globali sul clima: un “contenitore” cui ha aderito anche Legambiente e che favorirà incontri e iniziative per confrontarsi insieme sulle soluzioni necessarie a scongiurare il punto di non ritorno del clima.