Le risorse messe in campo per sostenere il fotovoltaico sui tetti agricoli rappresentano una grande opportunità per ammodernare ed efficientare il sistema produttivo agricolo e rendere le imprese sostenibili sul piano economico, ambientale e sociale, a beneficio delle comunità rurali e dell’intero sistema Paese.

Ma deve essere assolutamente superato il limite dell’autoconsumo, che rischia di ridurre drasticamente la portata e l’efficacia degli investimenti per il settore. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta l’approvazione da parte della Commissione Ue della misura del PNRR a sostegno della realizzazione di impianti fotovoltaici sulle strutture produttive agricole, con una dotazione di 1,2 miliardi di euro.

 Il via libera di Bruxelles apre alla fase attuativa della misura su cui Cia, adesso, si aspetta tempi rapidi e azioni efficaci in modo da non disperdere un patrimonio di buone idee.

Per fare questo, “serve una forte iniziativa politica del Governo nei confronti della Commissione europea -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- affinché modifichi rapidamente le norme sugli aiuti di Stato in agricoltura e consenta il riconoscimento di aiuti alle imprese agricole che realizzano sui tetti delle proprie strutture produttive impianti fotovoltaici della potenza superiore all’autoconsumo. Senza questo intervento, infatti, la misura rischia di avere un effetto limitato e circoscritto e di non produrre i risultati attesi, con gravi ripercussioni per il settore agricolo e per il processo di transizione ecologica che il Paese ha intrapreso”.

Secondo Cia, con la situazione attuale, ormai emergenziale sul piano energetico, economico e produttivo, occorre mettere in campo misure e azioni straordinarie, non ci si può limitare alla gestione ordinaria del bene comune.

“Bene ha fatto il Governo a inserire nel Dl 50/22, ora legge dello Stato, una misura programmatica indirizzata a incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili del settore agricolo -ribadisce Fini-. Ora, però, ci aspettiamo atti concreti in questa direzione, primo tra tutti il superamento dell’autoconsumo sugli impianti agrisolari”. Anche perché “un esito differente dell’azione del Governo non sarebbe compreso dal mondo agricolo, soprattutto in un momento in cui si sta parlando di ritorno alle centrali a carbone per produrre energia, con un impatto devastante sul piano ambientale”.

Tra le azioni da intraprendere, il presidente di Cia propone di considerare come energia “autoconsumata” quella utilizzata da tutti coloro che aderiscono a una “Comunità energetica”, assicurando in questo modo aiuti alle imprese agricole per gli impianti di potenza superiore all’autoconsumo aziendale. “Attraverso le Comunità energetiche rurali -conclude Fini- saremo in grado di sostenere il tessuto produttivo delle aree interne e marginali, le comunità di quei territori e le politiche sociali degli Enti locali che, attraverso le comunità energetiche, potrebbero assicurare sostegno anche alle fasce meno abbienti della popolazione”.