Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti: ”che schifo fare propaganda politica utilizzando il covid senza alcun rispetto per i morti, per i sani e per il futuro che verrà.

Sono passati 7 mesi dall’inizio di questa pandemia dove abbiamo visto sfilare le bare, sequestrare ospedali, prelevare persone poi sparite nei centri covid.

Abbiamo requisito le scuole e il futuro di intere generazioni, abbiamo visto sfilare la corona degli obblighi e dei decreti ministeriali sfuorvianti e privi di senso logico e di orizzonti condivisibili. Abbiamo visto svuotare i conti pubblici ed ipotecare i prossimi 35 anni senza un vero piano di sviluppo economico.

Dopo 7 mesi di angoscia e di incertezza, invece di avere risposte e un preciso piano programmatico, ormai prossimi all’inizio della stagione calda dal punto di vista fiscale, lavorativo e scolastico tutto ciò che abbiamo è una carellata disgustosa di leader politici a caccia di like!”. In 7 mesi il debito pubblico è salito di 100 miliardi di euro. Il rapporto deficit/PIL, quello che dovrebbe stare sotto il 3%, diventerà dell’11,9% nel 2020, contro l’1,6% del 2019.

 

In 7 mesi si aveva tutto il tempo, passata la fase cruciale, di predisporrere programmi politici in grado di: effettuare tamponi alla popolazione italiana mediante mezzi mobili al fine di conoscere l’effettiva incidenza epidemiologica; di ottenere quei dati mancanti quali l’effettiva letalità ma, soprattutto, conoscere gli effetti collaterali che i positivi al covid hanno riscontrato una volta guariti al fine di conoscere la reale gravità di questo virus soggetto per soggetto.

Invece ad oggi non sappiamo quanti di noi sono stati contaggiati, non sappiamo cosa comporta l’aver contratto questo virus però torniamo a parlare di misure restrittive sempre sulla base dell’incertezza e codardia politica. Non un leader politico ha rotto questa strana catena propagandistica; dentro il parlamento non una discussione prontata su dati certi o che avanzasse unita la richiesta di averne!

 

Cosa sappiamo ad oggi!

Sappiamo che il totale dei soggetti che hanno contratto il covid 19 sono in Italia 257 mila; sappiamo che a partire dal mese di marzo 2020 tra mascherine chirurgiche, mascherine FFP2 o FFP3, camici o grembiuli monouso idrorepellenti, guanti, occhiali di protezione, visiere,C-PAP, nutri pompe ventilatori etc, abbiamo speso un ammontare di € 557.375. Sappiamo che il costo della singola giornata di degenza all’interno di un’area a bassa intensità di cura/complessità assistenziale sia pari a € 427,77, ad € € 582,38 per media intensità di cura/complessità assistenziale e € 1.278,50 per l’alta intensità di cura/complessità assistenziale.

Mentre le degenze caratterizzate da trasferimenti interni tra Unità Operative, che hanno determinato il passaggio da area a bassa intensità di cura/complessità assistenziale ad alta intensità di cura/complessità assistenziale, sono costate singolarmente 14.873,48 €. Ingente è il valore economico correlato a una ospedalizzazione spesa tra la terapia sub-intensiva e la terapia intensiva, che risulta essere pari a 22.210,47 €, con una degenza media complessiva di 23,21 giorni a paziente. ‘‘Chi ha controllato la regolare prassi ospedaliera come le tariffazioni di riferimento per le attività sanitarie condotte?”.

 

Cosa chiediamo come Federcontibuenti.

Di conoscere lo stato di salute dei pazienti guariti dal covid per stabilire quali misure restittive siano realmente necessarie; di verificare il corretto uso dei fondi pubblici dati a pioggia per gestire l’emergenza epidemiologica. Di avere un piano certo sulla riapertura delle scuole senza incertezze anche in caso si verifichino positivi; di ridare al parlamento il potere centrale della discussione sugli interventi legislativi anche relativi alla salute pubblica.

Se non riusciremo ad essere concreti e credibili sia politicamente sia socialmente non avremo possibilità di recuperare tutto quanto il covid si è portato via.

Via quota 100 e RDC per chi ha età e salute per lavorare. Ampliamento retroattivo del calcolo contributivo delle pensioni per gli assegni più alti. Tetto massimo alle pensioni per un futuro eguale e dignitoso. Aiuti economici legati al codice fiscale con obbligo di un conto corrente dato alla nascita e gratuitamente dove far affluire tutti gli aiuti per superare l’attuale metodo ISEE, per dei controlli incrociati automatici, lo stesso per i pagamenti di tasse e contributi.

Ammodernamento della PA e sburocratizzazione; digitalizzazione e lavoro da remoto/per obiettivi. Minimo salariare esteso per tutte le categorie imposto per legge e non inferiore alle mille euro.

Controllo spietato sui conti all’estero abolendo la legge sulla privacy.

Qualche dato da non dimenticare.

Più del 40%, delle scuole italiane è stata costruita tra la fine della guerra e il 1976 e solo il 7,53% di tutti gli edifici scolastici italiani sono antisismici.

Il reddito medio in Italia è pari a 21.600 mila euro perdendo 10 mila euro negli ultimi 15 anni.

Il 12,2% degli occupati ha un reddito al di sotto della soglia di povertà.

Il 49% degli italiani rientra nella no tax area e il 34% di questi vive di sussistenza, (bonus vari).

Le aree terremotate restano in attesa di un intervento divino pur avendo mobilitato centinaia di milioni di euro.

Siamo in coda per efficientamento dei servizi digitali nella PA, in coda per infrastrutture, in coda per i trasporti pubblici. Viviamo di apparenza, in perfetta linea con la classe politica.