Al 7 gennaio 2020 1,6 milioni di nuclei hanno presentato una domanda di Reddito/Pensione di Cittadinanza all’Inps: 1,1 milione (67%) sono state accolte, 88 mila (5%) sono in lavorazione e 457 mila (28%) sono state respinte o cancellate. Il reddito di cittadinanza copre un totale di 2,5 mln di persone e l’altra metà dei poveri esclusi chi sono?

Federcontribuenti: ”Il 32% dei contribuenti italiani, circa 13 milioni di persone, con un reddito inferiore ai 10mila euro all’anno. Con il nuovo ISEE ancora meno poveri avranno diritto al Rdc”.

Ogni famiglia di tasca propria ha sovvenzionato l’intero welfare, circa 143,4 miliardi, l’8,3% di Pil, versando circa 5.611 euro, l’8,6% del reddito netto familiare ( su un reddito pari a 30 mila euro l’anno).

 

Marco Paccagnella, presidente della Federcontribuenti porta un esempio molto chiaro: ”se in casa ho tutte le finestre rotte è inutile che spenda ingenti somme in riscaldamento, bisognerà prima aggiustare le finestre per evitare di avere per sempre freddo. Il Rdc è una toppa insufficiente a risolvere il problema dei redditi in Italia”.

Il 45% dei contribuenti italiani guadagna meno di 15mila euro all’anno e dichiara solo il 4% dell’Irpef totale. ”L’Italia è tra i Paesi con la maggior spesa welfare, soldi spesi male e basterebbe ragionare al contrario. Se invece di dare assegni a chi ha età e salute per lavorare li avessimo investiti in occupazione ora avremmo una platea di contribuenti con reddito sufficiente a vivere decisamente più ampia. Il welfare deve servire a sostenere i non autosufficienti, i malati gravi come gli anziani con una pensione inadeguata e una sanità ed istruzione oggi entrambi carenti per numero strutture e professionisti”.

 

Non è vero che la povertà è calata, risulta invece essere stazionaria anche a fronte dell’importante spesa sostenuta: il 70% degli aiuti è coperta dai contributi versati dai lavoratori dipendenti e dalle imprese, mentre il 30% dalla fiscalità in generale.

Presto finiranno le misure per quota 100 e per il Rdc e cosa succederà?

”Tutto tornerà peggio di prima perché nel frattempo avremo impoverito anche chi ha un reddito. Non avendo attuato nessuna misura contro l’impoverimento delle P.Iva; senza aver attuato alcuna misura contro il lavoro nero; senza aver fatto nulla contro le paghe ridicole questo castello rovinerà addosso a quelle stesse categorie di cittadini illusi e fragili dal punto di vista economico”.

Se ci si lamenta di non trovare figure professionali; se ci si lamenta di buste paghe da fame; se ci si lamenta di una fiscalità aggressiva è responsabilità della politica e dei sindacati risolvere il dramma occupazionale in Italia.