«La prevista sanatoria degli scontrini che il governo si appresta a inserire nel decreto legge oggi all’esame del consiglio dei ministri non basta. È necessario, infatti, per quanto riguarda le micro e piccole imprese prendere in considerazione la possibilità di estendere la pace fiscale a tutte le irregolarità commesse tra il 2022 e il 2023.

Si tratterebbe di una misura di fatto a costo zero per le casse dello Stato, considerando che nella maggior parte dei casi gli importi contestati dall’amministrazione finanziaria sono contenuti e difficilmente recuperabili.

Allo stesso tempo, però, una sanatoria a 360° fornirebbe un formidabile, duplice effetto positivo per le aziende di minore dimensione, spina dorsale dell’economia italiana: da un lato la certezza di non avere contestazioni e accertamenti tributari, dall’altro la garanzia di avere liquidità da impiegare negli investimenti, nel pagamento degli stipendi e nel rispetto delle scadenze coi fornitori».

Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «La possibilità di estendere la sanatoria ad altri ambiti potrà essere valutata nei prossimi mesi nell’ambito della discussione sulla legge di bilancio per il 2024: un intervento con le caratteristiche da noi auspicate produrrebbe vantaggi per l’economia italiana, a partire dai consumi, e, consequenzialmente, per le casse dello Stato: più denaro in circolazione si traduce in gettito aggiuntivo sul fronte dell’Iva, sul fronte dell’Ires, dell’Irpef» aggiunge Ferrara.