Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia pronto a depositare alla Camera una proposta di Legge per garantire il diritto alla pensione: ”Basta continuare a violare il diritto alla pensione.

Ho chiesto il riconoscimento del diritto alla restituzione dei contributi silenti, considerando che non tutti hanno la possibilità di ricorrere alla totalizzazione o alla ricongiunzione, per utilizzare quei versamenti. Penso ad esempio alla situazione di tanti agenti di commercio che hanno versato per anni ad Enasarco, senza ottenere alcuna prestazione di welfare.

È ora di risolvere questa annosa e dannosa questione”. Federcontribuenti: ”tutti ne hanno parlato, ma solo Walter Rizzetto ha finalmente presentato una proposta di Legge per mettere al centro della discussione politica il diritto di migliaia di lavoratori. Una proposta di legge non solo riguardante Enasarco, ma tutte le casse di previdenza integrativa, tuttavia, solo Enasarco gode del privilegio d’essere una cassa obbligata per i lavoratori chiamati ad una doppia contribuzione Enasarco/INPS”.

 

”Il fenomeno dei contributi versati alle casse previdenziali in misura tale da non permettere la maturazione di un trattamento pensionistico autonomo, cosiddetti contributi silenti ovvero improduttivi, è una di quelle questioni annose rispetto alle quali non sono, ancora, stati assunti dei provvedimenti normativi idonei per eliminare una grave ingiustizia che viola il diritto alla pensione.

Si tratta di una situazione profondamente iniqua, se non illegittima, considerando che quei contributi, che scrupolosamente vengono erogati dal lavoratore allo scopo di ottenere una pensione all’uscita dal mondo del lavoro, vanno poi, di fatto, persi. Il problema riguarda, principalmente, quei soggetti che si trovano in una condizione tale da non poter ricavare dai contributi versati un minimo che permetta di accedere, una volta raggiunti i requisiti anagrafici richiesti, al trattamento previdenziale, anche perché non hanno la possibilità di ricorrere agli istituti della ricongiunzione (legge 29/1979 e legge 45/1990) e della totalizzazione (decreto legislativo 2 febbraio 2006, n. 42).

Si determina, pertanto, un’ingiusta disparità di trattamento, laddove in alcune casse si prevedono tutele aggiuntive che, invece, in altre, non sussistono. A ciò si aggiunge una generale ed inammissibile mancanza di trasparenza sui dati da parte degli enti previdenziali, poiché non è dato sapere, nello specifico, a quanto ammontano i contributi silenti, nonostante, negli anni, siano stati presentati molteplici atti di sindacato ispettivo che sollecitavano la trasmissione delle informazioni in questione, a cui non è stato dato riscontro.

Nell’ambito della grave problematica che concerne i contributi silenti, è emblematico il caso degli iscritti alla Fondazione Enasarco, ente che gestisce forme di pensioni integrative obbligatorie a favore degli Agenti e Rappresentanti di Commercio. Addirittura, vi sono centinaia di migliaia di ex agenti che, anche per 18 anni, hanno versato i contributi obbligatoriamente per una pensione complementare che non è stata mai corrisposta, nemmeno parzialmente.

Risulta che l’ammontare di contributi improduttivi nelle casse della Fondazione sia pari a circa 2,6 miliardi, alla data del 31 dicembre 2019, come emerso nell’ambito dei lavori della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. A ciò si aggiunge che, trattandosi di un ente previdenziale che eroga prestazioni integrative, ai contributi versati non si applicano gli istituti della totalizzazione e della ricongiunzione dei periodi assicurativi.

La presente proposta di legge, pertanto, che si compone di un unico articolo, si propone l’obiettivo di porre rimedio alla situazione ingiusta vissuta da tanti contributori delle casse previdenziali, prevedendo una delega al governo e, conseguentemente, i princìpi e criteri direttivi da osservare nell’ambito dell’intervento.

Lucaselli capo dipartimento Enasarco per Federcontribuenti: ” la previdenza Enasarco è una previdenza integrativa, ed in quanto tale non può essere soggetta ad equilibrio finanziario dovendo essere restituita per legge agli aventi diritto come integrazione pensionistica rivalutata nel tempo, come previsto dagli articoli 20 e 21 della Legge 613 del 1966. Detto questo, il problema dell’equilibrio finanziario va ricercato nella cattiva gestione dell’Ente, che a mio avviso deve essere immediatamente commissariato”

<