Per il Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi: “Il 2018 si è chiuso ancora una volta in calo e i dati delle vendite nel fashion retail italiano di questo inizio d’anno sono state altalenanti. Rimane troppa incertezza e sappiamo bene che se manca la fiducia nel futuro e soprattutto le disponibilità economiche, anche i consumi rimangono al palo”.
“A queste si aggiunge – prosegue Borghi – un clima meteorologico che ci ha fatto saltare la stagione, con un calo medio delle vendite nei negozi di moda italiani del 7 per cento in aprile e dell’8 per cento in maggio, con punte del 20/30 per cento in meno rispetto all’anno precedente.
Una circostanza che, ahinoi, si ripete sempre più spesso in questi ultimi anni provocando ingenti danni economici e marginalità sempre più risicate al punto che, lavorando su collezioni stagionali, chiediamo che il settore venga assimilato a quello dell’agricoltura e di poter invocare lo stato di calamità del dettaglio moda”.
E ancora: “Nonostante qualche segnale positivo delle vendite a giugno – conclude Borghi – con i saldi estivi non c’è molto tempo per recuperare anche se è ancora presto per tirare le conclusioni sul 2019. In base alle prime rilevazioni, a 20 giorni dall’avvio dei saldi, si evidenza un calo medio delle vendite del 3 per cento. Il 52 per cento delle aziende che hanno risposto ai questionari ha riscontrato in questo primo periodo un incremento o una stabilità degli incassi rispetto allo stesso periodo del 2018.
Occorre comunque evitare l’aumento dell’Iva che comporterebbe un ulteriore crollo dei consumi e dare una bella sforbiciata, con un’auspicata riforma fiscale, alle tasse di famiglie e imprese per rilanciare i consumi interni. Le nostre aziende chiedono inoltre di lavorare almeno a parità di condizioni con quelle che si arricchiscono sul web senza versare un equo contributo al Paese”.