Giovanni Tria

“Crediamo fortemente nelle opportunità che la Banca Asiatica per gli Investimenti in Infrastrutture può generare per le imprese e gli intermediari finanziari italiani”.

Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, nel suo intervento all’incontro tra imprese ed istituzioni italiane con la Banca Asiatica per gli Investimenti in Infrastrutture (AIIB), in cui il Ministero è presente con una partecipazione azionaria.

“Il Mef – ha spiegato il ministro – non è solo un importante azionista di una iniziativa alla quale ha aderito, con entusiasmo, sin dalla sua fondazione, assieme ai principali partner europei, ma è anche un convinto sostenitore del ruolo che questa banca svolge a supporto dello sviluppo nell’area asiatica”.

Per questi motivi, ha proseguito il ministro, “riteniamo che AIIB possa rappresentare un partner multilaterale affidabile, che va ad affiancare l’Asian Development Bank – l’altra grande banca multilaterale che opera nella regione asiatica – con caratteristiche strategiche innovative e complementari”.

Il vice presidente di AIIB, Danny Alexander, nel corso dell’incontro tenutosi al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha sottolineato che “per noi è importante approfondire le relazioni con le imprese italiane: AIIB è in grado di offrire grandi opportunità alle aziende del Paese e stiamo cercando di lavorare per continuare a offrire queste opportunità anche in futuro”.

La Banca Asiatica per gli Investimenti in Infrastrutture (AIIB) è una banca multilaterale di sviluppo con sede a Pechino, fondata con il progetto di fronteggiare il gap di finanziamenti in infrastrutture nel continente asiatico.

La mission è lo sviluppo sociale ed economico in Asia, con una particolare attenzione verso le infrastrutture sostenibili, i collegamenti transfrontalieri e il coinvolgimento di capitali privati. La Cina è il primo azionista con una quota del 30,9%, seguita da India (8,7%) e Russia (6,8%); fra i Paesi europei la Germania detiene il 4,7% del capitale, seguita da Francia (3,5%), Regno Unito (3,2%) e Italia (2,7%).